“Tutto su mia madre” di Pedro Almodovar, storia di donne
(vere ed improvvisate) accomunate dal dolore e dalla
diversità. Valori forti come la maternità e l’amore,
sono contestualizzati in una realtà tutta moderna, che
esce dalla normalità benpensante. La storia di una donna
che sposa un transessuale da cui fugge quando resta
incinta. Una serie di coincidenze e soprattutto la morte
del figlio la portano a spostarsi da Madrid a
Barcellona, da dove era fuggita qualche anno prima, per
ritrovare l’amante (che intanto si era ammalato di
aids). È la storia di un viaggio o per meglio dire di
una “fuga”. Fuga da un passato di scelte, di vita e di
morte. Realista fino allo sfinimento, in una commistione
di comicità e dramma, il film è dominato dal motto :”La
vera autenticità non sta nell’essere come si è, ma nel
riuscire a somigliare il più possibile al sogno che si
ha di se stessi”. Emblematico il fatto che a pronunciare
questa frase sia un trans, causa delle vicende del film.
Come al solito Almodovar dissemina nella sua opera una
serie di citazioni, in questo caso di altre opere famose
come ad esempio “Eva contro Eva” (titolo originale “All
about Eve”, da cui ha trattoli nome del suo film) ed “Un
tram chiamato desiderio”. Le inquadrature aderiscono,
con la loro essenzialità
cinematografica, allo stile
crudo del film. Interpretato e diretto sapientemente da
Almodovar, è consigliabile ad un pubblico aperto alla
diversità.
di Luana Palombo e Noemi Ciano
New York -
John Hubisz, professore di fisica
dell’Università del North Carolina, ha
scoperto una miriade di errori presenti
nei libri didattici adottati dalle
scuole degli USA. Insieme ad una equipe
di ricercatori, Hubisz ha trovato foto
non pertinenti, tabelle e grafici errati
e esperimenti impossibili. Il professore
ha dedicato a questo nuovo “fenomeno
americano” uno studio di 101 pagine
redatto in due anni e mezzo. Molti dei
testi scolastici, attualmente in uso,
hanno a fronte il nome di un autore che
non ha mai scritto sul quel libro. I
revisori dei libri di fisica sono spesso
biologi e gli autori non sono fisici ma
scrittori professionisti. Non a caso il
livello di cultura degli studenti
americani raggiunge sempre l’ultimo
posto nel confronto con quello degli
altri paesi europei.da New York, Hellen Duffaro
Reggio Calabria –
“L’espansione dell’universo è come la pasta
lievitata ripiena di noccioline, Le noccioline non
si muovono, ma è la pasta che si espande lievitando
e allontanando le noccioline tra loro”. così
Margherita Hack in un convegno su “L’Universo nel
terzo Millennio”, al cinema Odeon. Parlando del
modello attuale di universo, la Hack ha spiegato che
“è frutto della teoria e dell’osservazione, rese
possibili avvalendosi della matematica e
dell’informatica passando per la fisica”. E ha poi
aggiunto che “oggi la scienza si può avvalere per
l’osservazione del cosmo di potentissimi telescopi
dotati di lenti sottilissime e regolati da computer
in tempo reale”. Per la Hack “le cause del Big Bang
sono ancora sconosciute, ma la scienza, ha detto,
oggi riesce a spiegare solo i momenti successivi
all’esplosione. I protoni e gli elettroni, liberi e
in movimento si univano per formare nuclei atomici
semplici generando idrogeno pesante. La reazione di
formazione e di scissione continua degli atomi di
idrogeno provocava l’unione di materia e radiazione
fino a quando essa terminò in conseguenza del
raffreddamento successivo all’espansione. Da allora
la materia divenne stabile e si raccolse in stelle
galassie e la radiazione cominciò a viaggiare nello
spazio indebolendosi e raffreddandosi sempre più”.
La Hack ha ricordato anche che la storia è stata
ricostruita facendo ricorso alla teoria sulla
relatività di Einstein; senza dimenticare che la
scoperta più antica sull’universo è dovuta a Euclide
che, già nel mondo antico, teorizzò i raggi di luce
infiniti, teoria che fu poi confermata
dall’osservazione delle radiazioni nel cosmo. Non
sappiamo invece come ha avuto inizio l’espansione
dell’universo; per la Hack l’ipotesi più probabile è
quella di atomo semplice di idrogeno che
trasmettendo energia si eccita per un certo tempo,
per poi ridiscendere e riemettere nuova energia. da
Reggio Calabria, Valentina Ardissone
Reggio Calabria
-
La mattina del 4 settembre 1943 iniziò
il bombardamento sulla città, fu colpita
una nave in porto che bruciò per giorni
e poi le truppe alleate sbarcarono lungo
i torrenti Malavenda, Scaccioti e
Torbido, nella zona di Archi a nord del
centro città'. Furono truppe
neozelandesi, scozzesi e inglesi a
sbarcare per primi. Tanto più che la
città fu poi amministrata dal
protettorato inglese. Sbarcarono con
chiatte e con artiglieria leggera,
mentre da Messina si bombardavano le
postazioni tedesche, le cui truppe si
erano spostate verso Ortì, per
proseguire pe rl'Aspromonte, che era
stato fortificato con bunker..
Gino Votano
L'eroe è colui che
racconta la storia, dunque è il sopravvissuto, ce lo
dice Propp, che ha raccolto i racconti orali che si
tramandano in tutto il mondo. E tutti hanno le
stesse funzioni narrative e la stessa struttura.
L'eroe esiste per riparare a un'offesa subita da un
amico o da una persona buona, ma indifesa. L'eroe
qualsiasi cosa faccia, lo fa per un fine superiore,
quello di aiutare gli altri. Purtroppo spesso uccide
in nome di questi ideali. Comunque è più simpatico
del suo Antagonista, il Cattivo. Dunque basta
imbastire una storia e saper descrivere come
Cattivo, il nostro nemico, che il lettore parteggerà
per noi.